lunedì 14 novembre 2011

Cella d'isolamento #1: Waltraud Wagner


Waltraud Wagner è una giovane aiuto infermiera di 23 anni quando, nel 1983, uccide per la prima volta al Lainz Hospital di Vienna. La sua carriera criminale ha inizio con un'anziana paziente di 77 anni, che la implora di mettere fine alle sue sofferenze: una dose generosa di morfina esaudisce i suoi desideri. E' a questo punto che la Wagner sperimentala gratificazione di assurgere a dea della morte, in grado di disporre dell'altro a suo piacimento.
Coinvolge nel corso di alcuni mesi tre complici: Maria Gruber, una ragazza madre di quattro anni più giovane, Irene Leifold, di 21 anni, e Stephanija Mayer, divorziata, emigrata dalla Iugoslavia, che ha 20 anni più di lei. La leadership resta comunque alla Wagner, che addestra le nuove compagne e sceglie le potenziali vittime. Se i primi omicidi seguivano lo stesso modus operandi - morfina in quantità eccessiva - col passare del tempo le quattro infermiere passarono ad utilizzare modi molto più cruenti.
Mentre una teneva la testa della vittima e le tappava il naso, un’altra le versava dell’acqua in bocca, facendola così affogare.
Col passare del tempo si registra un'accelerazione nei delitti, così la Mayer abbandona il gruppo, e Waltraud Wagner consolida il suo ruolo. A partire dal 1987 i decessi diventano sempre più frequenti, e il reparto in cui operano le assassine viene soprannominato il "padiglione della morte" . Nessuno, però, sospetta che quei decessi siano provocati da qualcuno.
Sempre più spavalde, le donne abbandonano la necessaria prudenza: nel febbraio 1989, durante una pausa nel bar dell'ospedale, chiaccherano tra loro delle imprese omicide, vantandosene reciprocamente. Ma un medico che siede accanto a loro casualmente ne coglie i discorsi e corre subito alla polizia. Sei settimane di indagini portano, il 7 aprile all'arresto delle donne.
Nonostante tenti di ritrattare il processo, attribuendosi non più di dieci omicidi volti solamente ad alleviare le sofferenze dei poveri malati, Waltraud viene riconosciuta pienamente colpevole e condannata al carcere a vita. Il presidente della giuria, il cancelliere Franz Vranitzky, definisce gli omicidi del Lainz Hospital "il crimine più brutale e raccapricciante dell'intera storia dell'Austria.
Confessando in carcere quarantanove omicidi, trentanove dei quali compiuti da sola, Waltraud dice: "Quelli che mi stavano sui nervi venivano spediti direttamente in un letto libero del buon dio. Naturalmente i pazienti resistevano, ma noi eravamo più forti: potevamo decidere se quei vecchi matusalemme potevano vivere o morire. In ogni caso il loro biglietto per l'aldilà era scaduto."
Il processo si è concluso nel marzo del 1991, dopo mesi di dibattimento:
Waltraud Wagner è stata riconosciuta colpevole di quindici omicidi, 17 tentati omicidi e due aggressioni che le sono costate una condanna all’ergastolo. Stessa condanna per Irene Leidolf, riconosciuta colpevole di 5 omicidi.
Più lievi le condanne per gli altri due angeli della morte: quindici anni di carcere per Stephanija Mayer (colpevole di un omicidio e sette tentati omicidi) e Maria Gruber (due tentati omicidi).
Queste ultime due sono state rilasciate dopo pochi anni ed hanno iniziato una nuova vita con nuove identità. La libertà per la Wagner e la Leidolf, invece, è arrivata solo un paio di anni fa, nell’agosto 2008, proprio mentre l’Austria era concentrata sul caso del mostro di Amstetten Josef Fritzl.
Le due, condannate nel 1991, hanno lasciato il carcere dopo 17 anni. In Austria, infatti, la condanna a vita consiste nello scontare almeno 15 anni prima di poter avanzare richiesta per la libertà vigilata. Loro l’hanno fatto e, vista la buona condotta tenuta nel corso degli anni, sono tornate in libertà. Ovviamente con nuove identità e in località non rese note.

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